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La spalla dolorosa è una condizione sintomatica che si presenta più spesso di quanto si creda, è la seconda causa di dolore in assoluto dopo il mal di schiena

I soggetti più colpiti sono relativamente giovani tra i 30 e i 50 anni e solitamente praticano uno sport o un’attività lavorativa che prevede l’utilizzo delle mani al disopra delle spalle. Sono più colpiti i lavoratori che svolgono lavori pesanti o sportivi che praticano sport “overhead” come tennis, padel, pallavolo tennis, golf e nuoto. Anche gli anziani sono interessati da questa condizione che si presenta in un anziano su quattro. Nella metà di questi casi il dolore e la difficoltà a muovere il braccio posso essere molto invalidanti. Essendo un problema molto diffuso ed essendo le cause che lo provocano di diversa natura, l’inquadramento da parte di uno specialista della spalla è imprescindibile per stabilire una corretta diagnosi e di conseguenza il giusto trattamento

Cosa può causare la spalla dolorosa?

Tra le patologie più comuni troviamo:

  • Tendinopatie
  • Instabilità
  • Conflitto sub-acromiale
  • Lesioni della cuffia dei rotatori
  • Tendinopatie calcifiche
  • Artrosi
  • FSCS, conosciuta anche come capsulite adesiva, spalla congelata o frozen shoulder
  • Patologie a carico dell’articolazione tra clavicola e scapola
  • Patologie oncologiche di organi limitrofi
  • altre patologie viscerali

 

Come fare a capire quale patologia?

Inquadrare correttamente una delle patologie elencate in precedenza potrebbe sembrare difficile visto che tra le situazioni più comuni troviamo 8 condizioni differenti. In realtà con l’adeguata formazione professionale, una corretta raccolta di informazioni che riguardano la vita del paziente e le caratteristiche dei sintomi è possibile effettuare un esame clinico mirato. A questo punto il professionista stabilirà se necessario un approfondimento radiologico per confermare l’ipotesi diagnostica. Questo passaggio è molto importante perché ogni patologia ha il suo esame radiologico apposito, ovvero la  risonanza magnetica è uno degli esami migliori ma non è valida per tutto e per alcune problematiche andrebbe fatta con il mezzo di contrasto. Anche la cara e vecchia radiografia in alcuni casi può essere superiore alla risonanza e a volte è imprescindibile specie nelle patologie post-traumatiche. Anche l’ecografia trova la sua utilità essendo un esame veloce ed economico e che può darci delle informazioni importanti in tempi rapidissimi.

Cosa fare in caso di dolore alla spalla

Rivolgersi ad un professionista specializzato può essere fondamentale, specie per quelle situazioni in cui la problematica non è a carico della spalla ma di organi limitrofi, ma non solo. Una figura professionale altamente specializzata in problematiche della spalla sarà in grado di far risparmiare tempo ed avere molte più probabilità di trovare la strada più breve per risolvere il problema!

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Lo Shoulder Pacemaker™

Il dispositivo indossabile che migliora il recupero e permette di rilevare i progressi a distanza

Lo Shoulder Pacemaker™

Siamo orgogliosi di presentare un device di ultima generazione a disposizione dei nostri pazienti.

Questo strumento è in grado di diminuire i tempi di recupero e migliorare la qualità del movimento delle spalle interessate da svariate patologie, tra le quali:

  • Degenerazione della cuffia dei rotatori
  • Post chirurgiche
  • Post-traumatiche
  • Instabilità di spalla
  • Lussazioni
  • Discinesia scapolo toracica
  • Protesizzazioni di spalla

Come funziona lo Shoulder Pacemaker™

MAS (Motion Activated Stimulation) è una stimolazione intelligente che permette l’interazione in tempo reale tra il dispositivo e il paziente. La tecnologia  interpreta i movimenti e riconosce gli esercizi in esecuzione, impostando automaticamente lo stimolo da erogare. I sensori determinano la posizione e la velocità del braccio nello spazio e tramite due elettrodi adesivi è in grado di stimolare la muscolatura scapolare. In questo modo la corrente erogata sarà proporzionata in base al movimento svolto e darà lo stimolo adeguato per poter recuperare la corretta contrazione muscolare nel giusto momento! Il tutto viene gestito tramite un tablet dedicato con una applicazione apposita. Questo sistema è quindi in grado di restituire la corretta armonia muscolare, fondamentale in un’articolazione complessa quale è la spalla. I vantaggi di un corretto ritmo scapolo omerale consistono in un minor rischio di infortuni e usura dell’articolazione nel medio-lungo periodo.

I vantaggi dello Shoulder Pacemaker

Tramite questo sistema è possibile un migliore svolgimento degli esercizi grazie all’azione propriocettiva dello stimolo erogato. Anche la progressione dei vari gradi di difficoltà è intuitiva grazie ai programmi presenti nell’applicazione. Tali programmi vengono scelti dal terapista, il quale addestra il paziente in ambulatorio all’utilizzo del macchinario. A questo punto il paziente potrà affittare un dispositivo identico a quello a nostra disposizione e proseguire gli esercizi a domicilio. Un altro dei grandi vantaggi del dispositivo è quello relativo alla registrazione dei progressi del paziente e alla possibilità da parte del terapista di poter monitorare l’andamento a distanza. Tutto ciò si traduce in percorsi di cura più rapidi ed efficaci!

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Cos’è il Crioultrasuono?

Il crioultrasuono è un apparecchiatura per fisioterapia che permette di  erogare contemporaneamente 2 diverse energie fisiche, una di tipo meccanico (gli ultrasuoni) e l’altra di tipo termico (freddo), tramite un unico erogatore.

L’utilizzo del freddo associato alla terapia ultrasonica ne permette di sfruttare al massimo la potenzialità terapeutica, poiché gli ultrasuoni sviluppano calore all’aumentare della potenza, l’associazione col freddo permette di utilizzare potenze maggiori con migliori risultati terapeutici senza incorrere in un eccessivo riscaldamento dei tessuti.

La presenza di due frequenze di erogazione diverse (1mhz e 3mhz) permette di trattare svariate, problematiche sia superficiali che più profonde, ciò lo reputa adatto all’impiego anche sia problematiche dermatologiche (cicatrici) che articolari.

A cosa serve il Crioultrasuono?

Il crioultrasuono viene utilizzato nel trattamento di svariate situazioni patologiche, trovando maggiore impiego nelle fasi acute e sub-acute delle più comuni problematiche osteoarticolari. Grazie all’azione vasocostrittrice del freddo e a quella antiinfiammatoria/antalgica dell’ultrasuonoterapia permette di abbreviare notevolmente i tempi di recupero. 

Quali sono le controindicazioni al trattamento con crioultrasuono?

  • Osteoporosi ad alto turnover
  • Presenza di frammenti articolari 
  • Vene varicose
  • Gravidanza
  • Emorragie
  • Presenza di pacemaker
  • Arteriopatie obliteranti
  • Flebiti o tromboflebiti

 

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Cosa è la rieducazione alla deambulazione?

Con rieducazione alla deambulazione si intende tutto l’insieme di interventi , fisioterapici e non, grazie alla quale il paziente riacquisisce la possibilità di tornare a camminare nella maniera più fisiologica possibile.

Questo processo spazia dal miglioramento dello schema del passo all’abbassamento del rischio di cadute.

Quando si rende necessaria la rieducazione alla deambulazione?

La rieducazione alla deambulazione si effettua principalmente in pazienti  geriatrici, post-chirurgici e neurologici  i quali abbiano subito un peggioramento della deambulazione sia dovuto ad un deterioramento neurologico che ad un gesto chirurgico programmato quale una protesizzazione  o ad un esito traumatico

In cosa consiste una seduta di rieducazione alla deambulazione?

La seduta può essere strutturata in svariati modi in base alla valutazione del fisioterapista, il quale potrà intervenire con trattamenti e programmi di esercizio terapeutico, terapia manuale e/o strumentale mirati al recupero di una o più delle seguenti funzioni:

  • Forza (dei muscoli propedeutici alla deambulazione e postura)
  • Stabilità
  • Coordinazione e propriocezione
  • Autonomia

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Di cosa parliamo quando utilizziamo il termine contrazione isometrica in Fisioterapia o Riabilitazione?

Per capire al meglio la contrazione isometrica, parleremo prima della contrazione muscolare in generale.

Cos’è quindi la contrazione muscolare?

La contrazione muscolare è il risultato di una sequenza di  processi interni alle cellule del tessuto muscolare, le quali portano a un accorciamento delle fibre muscolari e quindi del muscolo, in seguito a uno stimolo elettrico (da parte del sistema nervoso o esterno). E’ proprio grazie all’accorciamento che è possibile il movimento dei segmenti scheletrici.

Quali sono i tipi di contrazione muscolare?

Le contrazioni muscolari vengono suddivise in:

  • Isometrica, in cui il muscolo si attiva senza accorciarsi o allungarsi
  • Concentrica, in cui il muscolo si attiva accorciandosi
  • Eccentrica, in cui il muscolo si attiva mentre viene allungato

Quando e perché viene usata la contrazione isometrica in fisioterapia?

La contrazione isometrica viene usata in ambito fisioterapico quando si ricerca un attivazione della muscolatura senza mobilizzazione del distretto articolare ad essa collegata. Si richiede quindi una contrazione del muscolo interessato senza produrre un movimento del segmento scheletrico.

Questo tipo di contrazione risulta necessario nei pazienti in fase acuta i quali nonostante una limitazione di movimento dovuta a tutori o gessi o ad un indicazione del medico nella quale viene richiesto il mantenimento del tono muscolare senza muovere l’articolazione.

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L’osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

Essa rientra all’interno della medicina manuale per cui il contatto manuale risulta fondamentale sia per la valutazione che per il trattamento della persona.

Nasce negli Stati Uniti d’America nel 1874, fondata dal dott. Andrew Taylor Still.

L’approccio osteopatico è sicuramente un approccio causale e non sintomatico, per cui si propone di andare a ricercare e trattare la causa della disfunzione.

L’approccio stesso è dunque olistico quindi il corpo umano viene visto nella sua completezza, con la sua intrinseca capacità all’auto-guarigione. Il trattamento dunque viene inteso come una corretta stimolazione del corpo, e nello specifico intende lavorare su tre grandi distretti, cercando di stimolare quella che è la corretta mobilità della componente muscolo-scheletrica, dei visceri ed infine del cranio.

La colonna vertebrale rappresenta uno dei centri nevralgici per il corretto funzionamento del corpo umano, in quanto una buona parte del nostro sistema nervoso vi passa attraverso o in modo adiacente. L’osteopatia dunque propone diverse tecniche volte al trattamento di questa struttura così tanto importante, come le tecniche manipolative (thrust), tecniche di mobilizzazione, tecniche di energia muscolare (MET).

Alla base del principio osteopatico vi è quella che viene definita come disfunzione somatica, la quale viene descritta nella decima edizione dell’International Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death (ICD-10) dell’OMS. Tramite il trattamento osteopatico si propone di cercare di eliminare la disfunzione somatica stessa, spesso responsabile della sintomatologia che il paziente riporta.

Le alterazioni che vengono trattate tramite l’osteopatia dunque non riguardano esclusivamente il sistema muscolo-scheletrico. Di seguito un esempio delle situazioni su cui è possibile ottenere un beneficio tramite il trattamento osteopatico.

  • muscolo-scheletrico (rachialgia come lombalgia, dorsalgia, cervicalgia)
  • neurovegetativo (stress, cefalee, emicranie)
  • digestivo (stipsi, ernia iatale con reflusso-gastro esofageo)
  • uro-genitale (dismenorrea, infezioni urinarie recidivanti)
  • otorino laringoiatra (riniti, sinusiti)
  • problematiche riguardanti l’apparato stomatognatico (bruxismo, alterazioni della classe dentale)
  • sfera pediatrica (coliche, plagiocefalia, mastite ricorrente nella neo-mamma)

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A COSA SERVE? QUALI SONO I BENEFICI?

Il linfodrenaggio manuale è una tecnica di massaggio volta a favorire il corretto drenaggio dei liquidi linfatici dai tessuti, con eliminazione di tossine ed elementi di scarto dell’organismo.

Si tratta di un insieme di lievi pressioni manuali, eseguite lungo il decorso del sistema linfatico, che hanno lo scopo di guidare la linfa verso le stazioni linfonodali maggiori, dalle quali verrà poi veicolata fino ad essere in parte espulsa dall’organismo, sotto forma di urina.

Quando è indicato il linfodrenaggio?

Questa tecnica può essere applicata con beneficio in svariate situazioni:

  • Favorire il riassorbimento di edemi, in seguito a traumi o interventi chirurgici
  • Aiutare il processo di cicatrizzazione
  • Regolare il Sistema neurovegetativo
  • Ridurre il gonfiore e combattere la ritenzione idrica
  • Migliorare l’immunità, favorendo l’immissione in circolo di leucociti e immunoglobuline

È molto importante avere chiare anche le controindicazioni a questo trattamento :

  • Tumori maligni non trattati
  • Infiammazioni acute
  • Infezioni
  • Trombosi Venosa Profonda o tromboflebite
  • Edemi causati da insufficienza cardiaca

 

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La rettilineizzazione del rachide cervicale è spesso evidenziata da una radiografia.

Come è composta la colonna vertebrale

Per capire la rettilineizzazione del rachide cervicale è bene capire come è fatta la colonna vertebrale e le sue curve. La colonna è composta da  33-34 vertebre. Queste vengono raggruppate in grandi segmenti in base alla zona nella quale si trovano.

Partendo dall’alto verso il basso abbiamo: rachide cervicale, rachide dorsale, rachide lombare ed infine da quello sacro-coccigeo.

Le curve si possono suddividere in due grandi categorie: primarie e secondarie. Le primarie sono conosciute come cifosi: la dorsale e sacro-coccigea.  Le secondarie, o di compenso  sono meglio conosciute come lordosi: cervicale e lombare.

 

Alterazione della Cifosi e della Lordosi

Il termine cifosi e lordosi non indica una patologia, descrive la morfologia della colonna vertebrale in una determinata zona. In base a ciò che è stato appena detto, tali termini non indicano assolutamente una patologia, ma al contrario fanno riferimento a ciò che rientra nella corretta fisiologia del corpo umano.

Tuttavia in alcune persone è possibile notare quella che è una variazione dalla normale fisiologia della colonna vertebrale. Tramite un’attenta valutazione clinica, eventualmente abbinata ad una lastra del rachide possono in alcuni casi essere individuate delle variazioni della colonna.

Solitamente tali alterazioni vengono evidenziate lateralmente o frontalmente rispetto al corpo umano. Quelle visibili frontalmente o posteriormente sono conosciute come scoliosi.

Le eventuali variazioni che interessano l’individuo lateralmente sono legate o ad un aumento o ad una riduzione delle curve e sono quelle descritte nell’immagine seguente.

La diminuizione della Lordosi cervicale ovvero la rettilineizzazione

La rettilineizzazione del rachide cervicale (o diminuzione della fisiologica lordosi cervicale), è una particolare condizione patologica (anche in assenza di dolore) in cui la normale curva cervicale chiamata lordosi, perde la sua funzione e tende a raddrizzarsi fino addirittura ad invertirsi.

Molto spesso tale condizione è conseguente ad un trauma come il colpo di frusta oppure ad un uso prolungato di posture lavorative.

Nonostante sia da considerarsi come un’alterazione, non sempre tale situazione è patologica.

Pertanto una discreta percentuale di persone che presentano ciò è asintomatica. Indubbiamente però è da considerare che tendenzialmente contribuisce alla manifestazione dei seguenti sintomi:
  • Dolore e rigidità cervicale
  • Sbandamenti e vertigini
  • Mal di testa ed Emicrania
  • Sensazione di pesantezza alla testa
  • Nausea
  • Disturbi della vista
  • Dolore all’articolazione temporo-mandibolare e bruxismo
Tra i trattamenti di solito consigliati rientra il trattamento fisioterapico ed osteopatico. Nello specifico tali trattamenti avranno lo scopo di restituire la corretta mobilità del rachide in toto, diminuire gli spasmi muscolari, conseguire una serie di esercizi per riattivare nel modo corretto determinati gruppi muscolari ed infine fornire al paziente una corretta educazione nella vita quotidiana e lavorativa.

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In cosa consiste

Le persone affette da nevralgia di Arnold presentano una sintomatologia dolorosa continua o intermittente. Tali sintomi  originano dalla regione occipitale (dunque nucale) ed eventualmente può irradiarsi alla parte anteriore del capo fino all’occhio. Solitamente la sintomatologia si presenta da un solo lato, anche se in alcuni casi può essere bilaterale.

Dove si trova il nervo di Arnold

Il nervo grande occipitale di Arnold origina dalla branca posteriore del secondo nervo cervicale (C2). Quindi nella parte alta della colonna cervicale. Questa struttura nervosa è puramente sensitiva; si occupa dell’innervazione della cute e del cuoio capelluto nella regione posteriore della testa detta occipitale.

Cosa fare in caso si presentassero i sintomi

Fondamentale è la corretta valutazione e diagnosi di tale problema, affinché vengano evitati trattamenti poco efficaci. Innanzitutto bisogna escludere eventuali problematiche organiche e malformazioni della cerniera cervico-occipitale. Quindi è caldamente consigliato di fare riferimento al giusto professionista.

Quali possono essere le cause della nevralgia di Arnold?

Altra cause di una eventuale alterazione del decorso del nervo di Arnold possono essere patologie artrosiche o degenerative del rachide cervicale, oppure situazioni infiammatorie contingenti. Vi possono essere anche eventuali problematiche di tipo funzionale, che frequentemente potrebbero esserci anche in assenza di alterazioni rilevabili con esami diagnostici strumentali. Tra questi: un’eccessiva contrazione della muscolatura del rachide cervicale, specie del
muscolo obliquo inferiore o dei fasci muscolari profondi del muscolo trapezio.

A chi devo rivolgermi per una corretta diagnosi?

Le principali figure mediche deputate alla diagnosi sono il neurologo, l’ortopedico e il fisiatra. Una volta individuata la problematica , in assenza di patologie organiche e con il consenso del medico di
riferimento, ci si può rivolgere alla figura del fisioterapista per effettuare il trattamento idoneo.

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